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Letture di città: Venezia

Letture di città: Venezia
Ingresso ai giardini della Biennale
Date_ 10/2005-11/2005
Ente Banditore_ IUAV_ Università di Architettura di Venezia
Gruppo Progettista_ Marco Lanna, Eleonora Lucantoni, Dorotea Ottaviani, Serena Ratti, Fabrizio Varriale

Abbiamo progettato un muro. Una facciata neutra, di un colore bianco uniforme è rivolta verso Venezia. Essa “legge” la città per contrasto, negando la possibilità di una efficace imitazione del contesto, caratterizzato da facciate raffinatamente ricamate. Il muro è rotto in due segmenti separati, disposti in pianta a ricordare la forma di un cancello: in quel varco risiede tutta la curiosità e la voglia reciproca di scoperta che la città di Venezia e l’architettura contemporanea sono disposte a scambiarsi.Il nostro muro, dotandosi di una base e una copertura, diviene una sezione a forma di C, chiusa lungo il quarto lato e nelle due testate da pareti vetrate. All’interno di essa si inserisce un secondo volume, la cui sezione presenta pure la forma di una C. Attraverso una gradazione progressiva il volume subisce una serie di tagli che isolano cinque pezzi di dimensioni crescenti. Questi stessi pezzi, nel segmento di progetto che si sviluppa verso la laguna, si scompongono, slittano e ruotano sino a disporsi in una conformazione apparentemente casuale, studiata per offrire una visione articolata e appagante per il visitatore che vi si affacci provenendo dalla riva. Questi corpi si reggono su pali disposti secondo un ordine casuale, che abbiamo pensato il più possibile somiglianti a quelli cui sono ormeggiate le imbarcazioni della laguna veneziana. I volumi contengono ciascuno una diversa funzione: il blocco presso il padiglione Italia è adibito a laboratorio e area espositiva, gli altri frammenti ospitano un punto informazioni, una biglietteria, una emeroteca, una caffetteria e i servizi igienici.Alla gradazione di questi volumi, che muove dall’ordine statico del padiglione Italia verso la laguna, se ne contrappone una inversa, concepita mediante vasche d’acqua scavate nel terreno. Esse costituiscono il richiamo più evidente al contesto: somigliano a canali, ricordando quell’alternanza così poetica fra l’acqua e i lembi di terra che rende unica Venezia.
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